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venerdì 2 gennaio 2009

Un noir un po' pulp.

Di solito i libri li prendo in una libreria precisa della mia città (la Feltrinelli, e non è pubblicità, tanto chi lo legge questo blog?), prima di comprarli sto quasi mezz'ora a girellare per gli scaffali per vedere se trovo qualcosa di interessante, magari se ho trovato già qualcosa lo lascio comunque al suo posto, ed aggirandomi per la libreria continuo ad osservarlo, con aria di sfida, pensando "ah ora trovo qualcosa di meglio, non mi avrai!".
Se dopo questa follia ossessivo compulsiva non ho trovato di meglio, esausto mi reco alla cassa e me lo porto a casa. Considerato che questa farsa si ripete più e più volte in un mese, capirete la stranezza di leggere un libro trovato in una bancarella sulla strada, niente sguardi, niente sfide, solo intuizione, solo sesto senso, io e questo libro ci siamo trovati e non ci separeremo mai più.
Trattasi di noir, ma nello stile nipponico,certo, quindi è inutile dire che qualcuno ad un certo punto fa qualcosa completamente al di fuori del normale, e rimarrete a bocca aperta, o a stomaco chiuso, ma sarà solo una conferma di quanto letto nelle pagine precedenti. Sì, perchè se negli altri noir letti nel passato lo scopo è di mettere domande, qui no, avrete solo certezze, dall'inizio, il bello sarà scoprire come queste certezze si concretizzeranno, in che modo, con quali conseguenze, e per chi.
Godetevelo, questo merita, anche senza sfide sugli scaffali.

Il maestro.

Ok, è venuto il momento di dirla tutta, di farsi avanti, di scoprire le carte! Da questo libro viene questo blog, dal mio maestro Nick Hornby la voglia di leggere, la voglia di scrivere, la voglia di recensire i libri che leggo (anche se in maniera infima, certo, ti chiedo scusa Nick), qui troverete tutti gli spunti che vorrete per iniziare semplicementea farvi un'idea sul mondo.
Si tratta della raccolta delle sue recensioni sul The Believer tra il 2003 e il 2006, e non sono scritte in maniera critica, affatto, non sono recensiobni di un critico letterario, ma sono le impressioni piuttosto di un lettore appassionato, uno che si domanda se il miglior Bob Dylan batterebbe il peggior Dickens, se il più ispirato Orson Welles vincerebbe su un Nabokov meno ispirato.
Se anche voi (io sì) vi siete mai fatti una domanda del genere, questo è il libro per voi, un libro in cui si legge:
"I libri, ammettiamolo, sono meglio di qualunque altra cosa. Se organizzassimo un campionato di fantaboxe culturale, schierando sul ring i libri contro il meglio che qualunque altra forma d'arte abbia da offrire, sulla distanza di quindici riprese...beh, i libri vincerebbero praticamente sempre...."
Condivido, grazie Nick!

Collane, che passione!

Allora, le collane non mi sono mai piaciute, punto. Ma se queste collane servono per farci scoprire nuovi scrittori di paesi, in cui, diciamolo pure, tanto spazio per esordire o farsi conoscere non c'è, ben vengano!
Qui si parla di scrittori cinesi, appunto, anche se con qualche differenza:
In "Made in China", le tematiche sono quelle quotidiane, dai battibecchi al mercato, ai guai con la polizia, cosa che in Cina sembra essere al pari con il comprare il giornale la mattina, e la tecnica narrativa degli scittori qui riportati è molto schietta, sincera, senza fronzoli, con poco stile pop come i vicini giapponesi.
Alcune storie sembrano quasi leggende metropolitane, ma nessuna vi deluderà!
Invece, in "Cina. Undici scrittori della rivoluzione pop." si parla appunto di pop, di una narrativa più creativa, più onirica, più
vicina alle tematiche nipponiche di ultima creazione. Certo, non si arriva agli estremismi di Gen'ichiro o di Murakami, ma comunque è un passo avanti verso una completa rivoluzione culturale, auspicabile....

Sayonara!

Come dite? Leggo solo autori asiatici? Mi piace la narrativa nipponica? E allora?
Metto volutamente questo libro dopo Soseki, perchè questo è un esempio di come la narrativa del Sol Levante si sia evoluta, e non sto qui a dire se in meglio o in peggio (sta a voi giudicare, se ne avete voglia), certo che il postmodernismo è un po' duro da digerire, all'inizio...
Trattasi di libro allucinante, un trip continuo, vi troverete a dire "ma che sto leggendo?", ma se vi fermate a riflettere, troverete delle risposte interessanti, anche per voi stessi...
Non vi fermate alle apparenze, non siate superficiali, non giudicate subito, divertitevi a leggerlo più volte, ogni nuova lettura vi darà emozioni diverse...e scoprirete che anche i frigoriferi hanno un'anima, LETTERALMENTE!
P.S. Se dopo la prima lettura vi fa male un po' la testa, avete raggiunto l'obbiettivo!

Il signorino fa a botte.

Questo è uno dei libri più letti in Giappone, e credo che ovviamente nel resto del Mondo l'avranno letto in pochi (sempre pronto a stupirmi, però..), e io ho l'onore di essere tra questi.
Soseki è forse il più grande scrittore Giapponese dell'era moderna, e se lo leggete capirete il perchè. Avendo vissuto tra la fine dell'800 e l'inizio del '900, non troverete niente degli autori giapponesi contemporanei, non troverete scene pulp, non troverete morti sgozzati o visioni oniriche, troverete invece molta eleganza, soprattutto nel parlare delle cose di tutti i giorni.
"Il signorino" è un maestro che abituato a Tokio, quindi cittadino, viene trasferito nella campagna, con tutte le conseguenze del caso...E' un personaggio che , come dicono gli esperti, "si fa in itinere", ovvero alla fine del libro non è proprio la stessa persona che era all'inizio...
La storia è OBBIETTIVAMENTE un po' lenta per chi è abituato alle storie attuali, la narrazione non è palpitante, non è fatta di suspence scenografica e televisiva, la reputo quasi una cerimonia del tè che si potrae per tutto il libro, anche se ad un certo punto volano pugni, altrochè!

giovedì 12 giugno 2008

Un mondo di "numeri" e "regole"

Difficilino parlare di questo libro, ovviamente non per come è scritto (lo troverete molto scorrevole) quanto per i contenuti, o il contenuto, ovvero la storia, l'avventura di un ragazzino che come tutti i ragazzi della sue età prova paura, ha delle regole tutte sue, ha le sue fisse, il "piccolo particolare" in questione è che il bimbo soffre di una forma di autismo, ovvero parla, interagisce con il mondo, ma a modo suo.
E non è un modo strano, lungi da me dirlo, anzi ci si rende conto via via che scorre il racconto che le sue supposizioni, le sue deduzioni, sono quanto di più logicamente ferreo che ci possa essere....
Non leggete il racconto così come siete abituati/e a fare, non lo lasciate andare nella direzione che VOI avete intenzione di fargli prendere, cercate di seguire i pensieri, i ragionamenti, cercate per quanto possibile di immedesimarvi, scoprirete un mondo veramente "diverso" (con tutto il rispetto eh), ma veramente affascinante.
Il ragazzo insegnerebbe a molti come affrontare il mondo, altro che.....

mercoledì 11 giugno 2008

La casa multitasking....

La casa, per come la intendiamo noi, o chi per noi, è un luogo purtroppo il più delle volte chiuso, nelle nostre quattro mura (i più fortunati) pensiamo che tutto sia "nostro", che ci possano essere segreti che mai verrano rivelati...Il buon Perec invece ci insegna che non sempre è così, che in un condominio tutto può essere collegato, o che, almeno, mentre io faccio le mie faccende domestiche magari nell'appartamento accanto si decidono piani per la conquista del mondo....
Il libro è ostico, a dir poco, non è per ragazzetti in cerca di storielle, non è per massaie in cerca di storie d'amore, non è per intellettuali in cerca di nuovi stimoli di ricerca...E' esattamente adatto a tutti, dato che in questa novella Torre di Babele tutto nasce, tutto si trasforma, tutto muore...
Quando tornate a casa, cominciate a pensare cosa possa succedere in quel preciso istante in tutti gli appartamenti del vostro condominio (ovvio, se state in un villa tutto ciò può sembrare molto stupido e questo libro credo non faccia per voi...), vi viene il mal di testa? Ecco, questo è quello che succede nel libro, ma la possibilità di seguire, ad una prima lettura, le avventure di un condomino, e ad una seconda lettura la storia di un altro inquilino, e alla terza (beh avete capito no?)...Questo libro è geniale ed immortale, non finisce mai di darvi spunti, idee, emozioni, storie, gossip, avventure, dispiaceri, felicità, dolore, gioia........

sabato 12 gennaio 2008

Quella che si dice una bella scoperta.

Davvero una bella scoperta, se poi arriva tramite regalo, con i tempi che corrono, il fatto diventa ancora più gustoso....
Veramente buonissimo il libro di Alan Bennett, cinico, a tratti umoristico, sferzante, polemico verso la società in cui viviamo, non importa quale, i personaggi che troverete sono facilmente riconoscibili, sono accanto a voi....
L'inizio è dei migliori, la trama si dipana in maniera insospettabile, la fine non ve la annuncio, ma lascia un po' di amaro in bocca, non per il contenuto, ma piuttosto per la velocità con cui l'autore cerca, e si sente, di finire in maniera forse troppo brusca.
Per il resto veramente bello, piacevole, vi farà (probabilmente) ridere, (forse) piangere, (sicuramente) pensare a come si può interagire con il mondo con occhi diversi, senza per forza prendere tutto sul serio, e questa è una lezione bellissima, mai scontata o banale.

mercoledì 3 ottobre 2007

Ti rendo omaggio, mare, tu rifletti l'uomo libero!

I miei pochi(ssimi) lettori avranno capito, leggendo i miei pochi(ssimi) post, che al sottoscritto piace leggere di culture lontane da noi, cercare di capire come la letteratura possa essere costruita in vari modi, con diversi punti di vista, cercare di vedere con gli occhi del mondo come il mondo possa essere visto.
Dopo un periodo piuttosto lungo - e non ancora del tutto passato - speso a leggere e cercare di interpretare la letteratura asiatica, più che altro cinese e giapponese, ho voluto cimentarmi in un altro tipo di lettura: quella nordica.
Il libro che mi appresto a recensire oggi è particolare, molto particolare, a partire dall'autore. Si tratta di Sjón, ovvero Sigurjón Birgir Sigurðsson, il cui nome d'arte significa "visione", e questo la dice lunga...
Ai più questi nomi non diranno nulla, ma se incomincio a dire che un altro nome d'arte usato è Johnny Triumph - ok non vi dice niente lo stesso - e che ha scritto diverse canzoni per la connazionale Bjork, tra le quali I've Seen it All per il film "A dancer in the dark" di Lars von Trier, per la quale ha ricevuto una nomination all'Oscar?
Sì perchè l'autore in questione è islandese come la famosissima cantante, ed il punto di vista, squisitamente fiabesco e impregnato delle credenze popolari, delle storie raccontate dagli avi di cui è piena la cultura scandinava, e più in generale nordica, influenza in maniera molto forte tutto il racconto.
Di questo racconterò poco, rovinerei tutto il divertimento nello scandagliare l'animo umano nelle sue sfaccettature più misteriose, tra il bene e il male, tra la realtà e la finzione; non troverete certo una trama lineare, con un inizio, uno svolgimento e una fine, quindi se siete dei tipi lineari certamente non vi consiglio questo libro, come non vi consiglio questo blog, ma devo dire che la poesia che questa storia emana è potentissima, anche nella sua pragmaticità e nella sua semplicità. Devo proprio ripropormi di continuare questo viaggio scandinavo.....

martedì 4 settembre 2007

Una storia magica

La recensione di questo libro mi ha fatto pensare da quando ho aperto questo blog... Non si tratta di un libro semplice per me, in quanto mi ha commosso dall'inizio alla fine, ma non sto parlando di una commozione letteraria, di quelle tipo "mamma mia che bel libro!", ma di una commozione personale....
E' secondo me un libro bellissimo ma credo all'interno una tale magia, una tale forza emotiva che purtroppo lo sconsiglio a chi di questa emotività ne è pieno...
La storia del bambino che cresce con il crescere del libro, il rapporto conflittuale con suo padre, la ricerca di questo libro fantastico, il cui titolo è anche quello del romanzo, hanno all'interno una tale poesia e una carica narrativa fuori dal comune.
Ripeto: bellissimo ma che fatica finirlo senza piangere.....